“Ora la corruzione è a norma di legge” – di Roberta De Monticelli

giovedì, 22 Gennaio, 2015
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La questione morale ha cambiato taglia. Ma non è la “mappa della corruzione” nella Pubblica amministrazione, con le sue percentuali di illeciti che sembrano aver impressionato il ministro della Giustizia Orlando (Fatto Quotidiano 19/01/2015) a fare la differenza. Per la semplice ragione che si tratta di “illeciti”. Cioè di violazioni della legge. Almeno dai tempi di Tacito è ben noto che la peggiore corruzione è quella “a norma di legge”, per far eco al bel titolo di un recente libro di Rizzo e Giavazzi.
Ma ancora peggiore è la corruzione della legge stessa. Qui per illustrare il fenomeno vien buona un’altra immagine di sartoria. Secondo una famosa ricetta cinica di Giolitti, “Un sarto che deve tagliare un abito per un gobbo deve fare la gobba anche all’’abito”. La corruzione delle leggi è appunto questo: una legge non serve a prevenire, impedire o raddrizzare una deformità, ma ad adattarcisi al meglio. Se proprio serve un esempio, oltre alla reiterata depenalizzazione del falso in bilancio, che non ha invece impensierito il ministro, può valere l’ormai ben noto 19-bis del Decreto-legge sulla delega fiscale. La cosa più sorprendente di questo vestito tagliato a misura di gobba è che il clamore che ha finito per suscitare si sia limitato nella maggior parte dei casi a censurare il carattere ad personam di questo mostriciattolo partorito probabilmente da un accordo sordido: come se il suo effetto “riabilitante” nei confronti di un noto pregiudicato ne esaurisse la mostruosità. Come se non ci fossero due altri aspetti mostruosi.
Il primo è l’atto con cui l’articolo è improvvisamente comparso nel testo di un decreto del Consiglio dei ministri. Questo, stando alle autorevoli dichiarazioni di due costituzionalisti, è semplicemente un falso in atto pubblico. Per il Prof. Sorrentino si tratta di un “reato commesso nell’’esercizio delle funzioni del ministro o del presidente del Consiglio… un fatto di una gravità straordinaria, passato sotto silenzio” (FQ 18/01/15).
Per il Prof. Pace chi se ne è assunto la responsabilità “ha usato un sotterfugio per far sì che una sua ‘volizione individuale’ assumesse le sembianze di una disposizione legislativa approvata con tutti i crismi dal Consiglio dei ministri, contro la verità dei fatti” (FQ 17/01/15). E il contenuto di questa “volizione”? Ecco, dall’’intervista di F. Forquet al ministro Padoan (Sole 24 Ore 17/01/2015).

(continua a leggere qui l’articolo di Roberta De Monticelli, pubblicato su Il Fatto Quotidiano)

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Un commento a “Ora la corruzione è a norma di legge” – di Roberta De Monticelli

  1. Giacomo Costa
    domenica, 25 Gennaio, 2015 at 22:26

    Sul decreto di attuazione della delega fiscale
    Vorrei integrare il breve saggio di Roberta riportando in primo luogo un´intervista del Sotto-segretario Del rio pubblicata il 6 Gennaio, e facendolo seguire da alcune brevi osservazioni inframezzate da un´altra interessante citazione.
    DELRIO
    Roma, 6 gen. (askanews) – “Questo Paese ha bisogno di attuare la delega fiscale. Tornare nell’immobilismo democratico, per cui se ci sono diversi pareri non si decide nulla, non è più possibile. Detto ciò, quello uscito è il testo discusso e approvato. Non c’è nessuna manina che finito il Consiglio abbia inserito o tentato di inserire alcunché, ma siamo pronti a cambiarlo». Il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio ha assciurato che, epurato dalla norma salva Berlusconi, il decreto di attuazione della delega fiscale ritirato dal premier Matteo Renzi, arriverà comunque in porto.
    “Lo spirito del provvedimento – ha spiegato Delrio al Messaggero- non deve cambiare. Dobbiamo aumentare le pene sui casi più gravi, ma vanno depenalizzati gli errori fiscali che non costituiscono frode e che introducono un blocco nel rapporto tra fisco e cittadini. Non credo che ci sia nessun problema a tenere aperto il provvedimento fino a quando non si trova un equilibrio che possa evitare qualsiasi cattiva interpretazione”.
    “Quel Consiglio – ha poi raccontato sulla riunione del Governo che ha approvato il decreto senza la norma, poi presente nella versione defintiva del testo- ha discusso della delega fiscale, che è un enorme passo in avanti per questo Paese, perché abbiamo un sistema che si concentra sui piccoli ‘evasori lasciando immuni i grandi. Il punto è che se tutto è penale poi si finisce che nulla è penale. Sua questo si intendeva e si intende intervenire. Sul fatto se si dovesse includere o meno soglie o assolute, c’è stata una discussione che ha prodotto il testo poi pubblicato. Mi stupisco di chi si stupisce che il testo uscito dal consiglio sia diverso da quello entrato”.
    D’altra parte, ha sottolineato ancora il Sottosegretario alla presidenza, “nessuno ha mai pensato e nemmeno è stato mai stato detto di produrre un testo a favore di qualcuno o contro qualcun altro. I testi legislativi si fanno per rendere questo Paese più civile. Se poi ci sono dei dubbi, il testo può essere riesaminato come ha detto il presidente del Consiglio, in modo da fugare qualsiasi sospetto di favoritismi. Però francamente la discussione in consiglio dei ministri è stata molto serena”.
    “Quando esce un testo – ha quindi concluso Delrio negando un conflitto fra palazzo Chigi e via XX Settembre- la responsabilità è sempre della collegialità del Consiglio dei ministri. Nel Consiglio il tema è stato dibattuto ampiamente. C’è chi parlava del 3 per cento, chi di una soglia economica di 150mila euro, su questo ogni tecnico ha la sua teoria. E comunque, pur non essendo un giurista, sono abbastanza certo che la norma non si applica al caso del dottor Berlusconi. Comunque il tema fondamentale di cui abbiamo dibattuto era un altro: in questo Paese ci sono meno di cento persone in galera per evasione fiscale”.
    IO
    1) Nessuna manina. Il testo e’ stato ampiamente discusso e approvato. Anche se parrebbe ci sia stato un precedente CdM, in cui non appariva.
    2) Vanno depenalizzati i reati che non costituiscono frode, Delrio lo dice come ovvio. Ma invece la novita’ e` che sono depenalizzati anche loro! Allora, nessuno se ne e’ accorto?
    3) Abbiamo un sistema che si concentra sui piccoli evasori lasciando immuni i grandi. Ma chi ha le risorse legali, contabili, tecniche, per costruire una bella frode? E la soglia del 3% chi favorisce, i piccoli o i grandi?
    4) In questo paese ci sono meno di cento persone in galera per evasione fiscale. E lui le vuole moltiplicare o ridurre a zero? Ecco un elendo dei personaggi attualmente sotto processo. I loro processi cadrebbero se il decreto fosse approvato. (Tratto da un articolo di Primo de Nicola pubblicato sul Fatto il 21 Gennaio 2015):

    Il caso di Silvio Berlusconi, già condannato in via definitiva per frode fiscale e che ovviamente avrebbe beneficiato pure lui del “condono”, non è neppure il più eclatante. Perché, come ricorda Lannutti, quella norma rischiava di far saltare una lunga serie di processi in corso. «Dai presunti fondi neri e tangenti in relazione agli appalti per il Sistri dell’inchiesta Finmeccanica a quella per presunta frode fiscale nella cosiddetta “operazione Brontos”, che vede indagato anche l’ex amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo (si parla di 245 milioni di euro sottratti al fisco dal 2007 al 2009), di cui la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio nel giugno scorso». Tra i potenziali beneficiari c’è anche la famiglia Riva, già proprietaria dell’Ilva di Taranto, finita nei guai proprio per frode fiscale. Ma c’è anche la famiglia Aleotti, proprietaria della Menarini Farmaceutici, nella bufera per i «178 milioni spesi per acquistare il 4% di Banca Mps», che gli inquirenti sospettano siano arrivati «da 1,2 miliardi di euro accumulati con la contestata truffa sui principi attivi dei farmaci, con la corruzione di pubblici ufficiali e con numerosi reati di frode fiscale». Senza contare i vantaggi che ne avrebbero tratto big dell’imprenditoria «come Prada (ha sborsato 470 milioni, ma la procura di Milano come “atto dovuto” ha ancora aperto un fascicolo per “omessa o infedele dichiarazione dei redditi”, che vede indagati proprio Miuccia Prada, Patrizio Bertelli, e il loro commercialista) e Armani (270 milioni)».
    Questi soggetti parrebbero un bersaglio ideale per Delrio. Gia me lo vedo che li insegue inferocito. Ma con la sua norma, i loro processi cadranno!
    5) Il problema, dice Delrio, e’ di dare certezza ai contribuenti: sarebbero terrorizzati dalla prospettiva di commettere errori fiscali senza volerlo e di doverne subire delle ingiuste conseguenze penali. Ma la soluzione sta in una semplificazione della normativa, non nell´introduzione delle soglie! Viene da chiedersi se lo scopo non sia di dare certezze non ai contribuenti perplessi ma onesti, e neppure agli evasori, ma ai grandi frodatori come quelli dell´elenco di Lanutti!
    6) In sostanza, Renzi offre impunita’ ai grandi frodatori. Offre leggi ad personas che servono a frodare non solo con impunita’, ma con tranquillita’. Con legittimita’. Come dice Roberta.

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