Parigi: divide et impera produce violenza. Un interessante articolo su Occidente e radicalismo islamico di Maria Grazia Turri (da Scenari)

venerdì, 23 Gennaio, 2015
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Quando ero adolescente pensavo che il mondo sarebbe diventato più ampio, più aperto, più libero e più giusto. Invece nel corso degli anni ho percorso 15 paesi che oggi non è più possibile visitare e così, contrariamente alle mie aspirazioni, il mondo si è ristretto e questo è avvenuto proprio mentre avanzavano processi che abbiamo definito mondializzazione e globalizzazione culturale, economica e tecnologica. Fenomeni che sembrano non aver coinvolto la dimensione politica, dove ci si richiama più al nazionalismo che al cosmopolitismo.

Eppure ciò che è avvenuto a Parigi – e avviene da tempo in Nigeria, in Iraq, in Siria, in Tunisia, in Mali, in Marocco, in Pakistan e in molti altri paesi – è una questione drammaticamente politica ed è la politica che è chiamata a dare risposte ad avvenimenti tragici e drammatici. È la politica che in primo luogo deve modificare la sua cultura, poiché culturale è la questione che dobbiamo affrontare, invertendo pratiche che l’Occidente ha attuato nel tentativo di preservare prerogative, spesso spacciate per valori, nell’illusione che preservando o difendendo alcune istituzioni si sarebbero presidiati e salvaguardati i valori stessi. Questi ultimi, quasi sempre, illusoriamente immaginati come statici e immodificabili.

Dal 1979 Europa e Stati Uniti hanno attuato politiche sciagurate e ora è difficilissimo invertire la piega che le vicende hanno assunto. Allora, come ora, le questioni sono molto complesse e per assumere decisioni si tratta di conoscere le culture altre e di educare alle loro conoscenze: è noto per esempio che gli Stati Uniti decisero sia nel 1990 che nel 2003 gli interventi militari in Iraq conoscendo poco o nulla di quel paese e in entrambi i casi lo ammisero molto tempo dopo.

Oggi il rischio molto concreto che corriamo è quello di ripercorrere l’errore che Edward Said denunciò con il libro Orientalismo: semplificare un fenomeno culturale e far coincidere questa articolata e intellettualmente ricca religione, l’islam, con il fanatismo. E questo a discapito di un elemento molto evidente: la lotta è all’interno dello stesso mondo islamico e le prime vittime sono proprio le persone che a questa dimensione si rifanno.

(continua la lettura dell’articolo su Scenari)

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2 commenti a Parigi: divide et impera produce violenza. Un interessante articolo su Occidente e radicalismo islamico di Maria Grazia Turri (da Scenari)

  1. Stefano Cardini
    domenica, 25 Gennaio, 2015 at 15:41

    Eutopia magazine ha chiesto a Franco Cardini (autore del volume Europa e Islam nella serie Fare l’Europa diretta da Jacques Le Goff) di commentare alcune affermazioni ispirate a interventi pubblici di chi ritiene l’Islam una minaccia per l’Europa, dopo gli attentati del 7 gennaio a Parigi. Continua la lettura sull’Huffington Post.

  2. mercoledì, 28 Gennaio, 2015 at 23:30

    Mi sembra anche importante che l’autrice abbia sottolineato e spiegato la non sinonimia tra i termini integralismo, fondamentalismo e radicalismo.

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