Salviamo la Fenomenologia e l’Ermeneutica a Friburgo

giovedì, 19 Marzo, 2015
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La comunità fenomenologica è viva e vivace. E appare in grado di muoversi anche a livello di politica e di politica culturale.

L’ultima Newsletter of Phenomenology del  Center for Advanced Research in Phenomenology e della Romanian Society for Phenomenology / Studia Phaenomenologica ha richiamato la mia attenzione con questo link:  Save Phenomenology and Hermeneutics in Freiburg.

L’Università di Friburgo prevede di chiudere la struttura istituzionale dentro la quale Husserl e Heidegger insegnavano. Si prevede di farlo per ragioni molto dubbie e intende sostituire la cattedra con un docente (Juniorprofessur) in logica e filosofia analitica del linguaggio. La decisione di distruggere la cattedra che fu di Husserl e Heidegger giunge in un momento in cui l’università ha recentemente creato una cattedra per ordinari di epistemologia e teoria della scienza presso l’University College di Friburgo (UCF).

Il Dipartimento di Filosofia di Friburgo non solo ha una magnifica storia filosofica. Da qui si continua a contribuire in modo significativo allo studio della fenomenologia attraverso l’Archivio Husserl e la cattedra Husserl-Heidegger in filosofia moderna.

Credo che sia importante segnalare questa petizione: una richiesta per “salvare” la fenomenologia proprio partendo dai luoghi dove è vissuta, negli ambienti dove sono risuonate le voci di Husserl e di Heidegger, voci che hanno voluto dare al  ‘900 prospettive e metodologie di ricerca di senso, di critica del fenomeno, di costruzione delle scienze per l’essere umano. Le crisi che l’Europa sta attraversando, non per ultima, la crisi (o la mancanza) di un progetto culturale europeo, sono occasioni per tornare all’essenze e non per distruggere il vecchio costruendovi un nuovo senza storia. Occasioni per riscoprire che le idee (quelle buone) trascendono i tempi ma sostanziano la storia e le storie. Husserl ha insegnato un metodo per superare le crisi: ho deciso di firmare la petizione perché mio desiderio è quello che, questo metodo, si continui a insegnarlo.

2 commenti a Salviamo la Fenomenologia e l’Ermeneutica a Friburgo

  1. venerdì, 20 Marzo, 2015 at 10:38

    E tuttavia. Io vorrei salutare con gioia il momento in cui il pensiero di Edmund Husserl non sarà più letto e insegnato attraverso la lente – non solo deformante: molto peggio: ridicolmente, ignobilmente banalizzante – di quello di Heidegger. Sono dell’opinione che una cattedra Husserl-Heidegger (qualora esista: non credo si sia mai “chiamata” così, ma certo l’insegnamento era quello) sia come una cattredra Socrate-Gorgia. Anzi molto peggio. Forse in epoca di larghe intese a qualcuno piacerà, stringerli per sempre insieme, il Socrate del Novecento e il Cagliostro che ha responsabilità morali omicide (si rileggano qui le parole di Giovanni Piana: https://www.phenomenologylab.eu/index.php/2014/01/heidegger-il-vate-delatore ). Ma lo si sappia almeno: significa legare per sempre nella mente dei ragazzi la vittima e il carnefice, il massimo Maestro novecentesco di Etica e Logica (anzi del loro nesso intimo ed essenziale), il massimo teorico dell’idealità, con il violento negatore della logica, dell’etica, dell’idealità, della persona, della responsabilità personale di fronte alla storia, oltre che con il sofista dalle formule liturgiche e tronfie, cariche di un “incantesimo totalitario” (Jeanne Hersch).
    E perché allora non promuovere finalmente alla Cattedra di Friburgo un giovane filosofo della logica – e non si può esserlo davvero senza conoscere il più possente disegno etico-logico del Novecento, il più grande libro sulla giustificazione razionale di tutte le norme, le Ricerche Logiche? Sarebbe finalmente dato quel che gli spetta – il nulla dell’oblio – al pastore dell’essere, e al suo cupo delirio: “E se, così, vien fiaccata la potenza dell’intelletto nell’ambito della questione intorno al niente e all’essere, allora si decide con ciò anche il destino della signoria della “logica” dentro la filosofia. L’idea della “logica” si risolve nel vortice di un interrogare più originario” . Si “risolve”? Macché. Si dissolve, ecco la parola giusta. E’ per questa semplicissima ragione che Jeanne Hersch scrisse: “io ho sempre avuto la stessa impressione: egli non ama la verità. Cerca qualcosa, qualcosa di molto profondo, ma non è la verità” (Jeanne Hersch, Les enjeux du débat autour de Heidegger, in: “Commentaire, n. 42, vol. II, 1988, trad. it. S. Tarantino, Oltre la persecuzione, A c. di R. Ascarelli, Carocci 2004, 54-68)

  2. giovedì, 26 Marzo, 2015 at 11:07

    Gentile professoressa De Monticelli, pur condividendo con lei la consacrazione di Husserl come il filosofo del 900 a cui fare riferimento in ogni momento, peraltro strutturale, di crisi di fondamenti, tuttavia rimango amareggiato dall’atteggiamento tutt’altro che fenomenologico verso l’unico pensatore che abbia compreso la vera svolta di Husserl. Se le cattedre che dovrebbero continuare ad insegnare la fenomenologia usano anteporre le tristi passioni dell’ira e della rabbia della non comprensione, come mi pare lei stia facendo, ben vengano il venir meno delle cattedre stesse. Distinti saluti Alessandro Negrini

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