ORDINE DEL SENTIRE E APERTURA AL MONDO Filosofia delle emozioni e processo d’individuazione della persona XIII convegno internazionale della Max-Scheler-Gesellschaft (Verona, 27-30 maggio)

martedì, 28 Aprile, 2015
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ORDINE DEL SENTIRE E APERTURA AL MONDO
Filosofia delle emozioni e processo d’individuazione
della persona
XIII convegno internazionale della Max-Scheler-Gesellschaft
Università di Verona (Via S. Francesco, Aula T5), 27-30 Maggio 2015

 

Dal 27 al 30 Maggio si terrà all’Università di Verona un convegno
internazionale sulla filosofia delle emozioni e il processo d’individuazione della persona a cui parteciperanno alcuni dei maggiori studiosi della fenomenologia a livello internazionale come Shaun Gallagher, Roberta de Monticelli e Dan Zahavi.
La percezione dell’importanza da assegnare alle emozioni è radicalmente cambiata solo nel decennio che va dal 1987 al 1996. Questo soprattutto grazie a lavori che raggiunsero il grande pubblico come quelli di R. De Sousa (1987), A. Damasio (1993), D. Goleman (1995) e J. LeDoux (1996). Prima del 1987 era molto diffusa l’idea che le emozioni fossero il risultato tardivo e secondario di un’attività cognitiva. All’inizio del Novecento un’importante eccezione è rappresentata dalla fenomenologia delle emozioni di Max Scheler (1874-1928) a cui è dedicato il convegno. Max Scheler promosse una riabilitazione di tutta la sfera affettiva che si può tentare di riassumere schematicamente in 5 punti principali:
1) il sentire (Fühlen) e l’emozione non sono il risultato finale di un processo cognitivo, ma al contrario sono ciò che è all’inizio di ogni processo percettivo e cognitivo: all’inizio c’è l’emozione. In questo senso «ogni rapporto primario con il mondo […] è essenzialmente e primariamente non un rapporto rappresentativo o percettivo, ma un rapporto emotivo» (M. Scheler, Formalismus, GW II, 206);
2) Il sentire e le emozioni non sono relegati in una dimensione solipsistica, ma sono ciò che ci permette di entrare in contatto con gli altri e rende possibile l’empatia. Nel sentire noi siamo in grado di percepire direttamente l’espressività altrui, senza bisogno di un ragionamento per analogia: nel sorriso dell’altro noi percepiamo direttamente la sua intenzione e la sua felicità (cfr. M. Scheler, Zur Phänomenologie und Theorie der Sympathiegefühle von Liebe und Hass, 1913);
3) Il sentire e le emozioni non sono stati d’animo interni e privati, ma danno forma a un preciso sfondamento emozionale: è attraverso uno sfondamento emozionale («emotionelle Durchbruch») che l’umano posiziona la propria esistenza nel mondo. Infatti sono le emozioni a disegnare il paesaggio della nostra esperienza, sono esse a farci vedere i contorni e i colori del mondo, a far emergere forme e irregolarità, a tratteggiare innalzamenti e abissi, laddove ci sarebbe data solo la piatta superficie di una pianura incolore (cfr. M. Scheler, Zur Rehabilitierung der Tugend, 1913);
4) In contrasto con Brentano, non esiste una priorità della percezione interna sulla percezione esterna: anche il sentire e i sentimenti sono coinvolti da fenomeni di illusione e di inganno. Questo significa che al centro di una fenomenologia dei sentimenti c’è il problema della maturazione affettiva (cfr. M. Scheler, Die Idole der Selbsterkenntnis, 1911);
5) Nell’uomo i sentimenti non sono automaticamente regolati: la formazione di un ordine del sentire (ordo amoris) è un processo che non è predeterminato in partenza, ma richiede un processo di formazione (Bildung). In questo processo di formazione affettiva ogni essere umano inaugura la propria singolarità. Ad ogni ordine del sentire (ordo amoris) corrisponde una diversa prospettiva sulla Weltoffenheit (cfr. M. Scheler, Ordo amoris, 1916 ca.).

La finalità di questo convegno è quella di affrontare questi temi tenendo presente la discussione attuale, in particolare quella sull’identità personale, sulla fenomenologia dell’alterità, sul body schema e body image e sulla we intentionality. Da parte di alcuni studiosi c’è anche l’esigenza di sottolineare maggiormente i limiti del cognitivismo classico sul problema delle emozioni.
Già David Hume aveva dimostrato che il problema dell’identità personale non è più comprensibile in termini di «rational self» ma solo partendo dalle passioni, e cioè in termini di «moral self». Da qui una serie di interrogativi aperti: in che modo l’esperienza emotiva incide nel processo d’individuazione della persona? In che modo trasformazione individuale e sociale si implicano a vicenda? In che modo i sentimenti orientano la nostra relazione con il mondo e con l’alterità? In che modo le emozioni ci permettono di esprimere e di dare forma a ciò che siamo?

Un dettagliato programma del convegno è reperibile in:
https://maxscheler2.wordpress.com/diskussionen-und-rezensionen/

Per scaricare la locandina dell’evento, clicca qui: Schelertagung Verona.
Per informazioni logistiche e consigli pratici sul pernottamento a Verona ci si può rivolgere a: dott.ssa Maria Chiara Bruttomesso
mariachiara.bruttomesso@univr.it

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