Il “Conflitto delle Facoltà” e il nuovo Rettore di Bologna, che apre ai giovani profughi

venerdì, 4 Marzo, 2016
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Il nuovo Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini apre l’Università ai giovani profughi che vogliono studiare. Naturalmente a condizioni avvantaggiate economicamente.

L’ho saputa dalla rassegna stampa del giorno successivo all’Inaugurazione dell’anno accademico – e del nuovo rettorato –  questa bellissima notizia. Non dovremmo imitare anche noi il Rettore di Bologna? Non dovrebbe farlo ogni Rettore di Università, pubblica ma soprattutto privata, dato che allora i vantaggi per i giovani profughi – e per la comunità nazionale e internazionale a lungo termine – non peserebbero del tutto sulle finanze pubbliche? E’ una domanda che lancio anche al nostro Rettore e al nostro Presidente.

La notizia l’ho avuta il giorno dopo essere stata (con mio stupore) l’ospite d’onore alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico. (Scarica qui il testo della Prolusione)

Per l’occasione avevo studiato l’operina di Immanuel Kant sul Conflitto delle Facoltà. Che, oltre ad essere forse l’ultima pubblicata direttamente da lui, è anche un garbato grido della ragione contro la pretesa governativa di tacitarla (Kant era stato aspramente rimproverato dagli uffici di Federico Guglielmo II per il suo grandissimo testo La religione nei limiti della semplice ragione). Con grandissima parresia e suprema ironia Kant parla del destino di interiore sgretolamento che incomberebbe sulle “Facoltà superiori” (nell’ordinamento tedesco di allora: Teologia, Diritto e Medicina) se i loro saperi positivi e specialistici si rifiutassero di essere sfiorati e animati dal soffio del libero spirito – critico sì, ma anche, teologicamente, “dono di vita”, di rinnovamento della mente, di ricreazione e risveglio. Insomma, dal soffio della Filosofia, facoltà “inferiore” nel l’ordinamento prussiano dell’epoca.

Non vi ricorda questo precisamente quello che succede alle radici di carta delle nostre istituzioni – come L’Unione Europea, come la stessa Repubblica Italiana – se il soffio dello spirito che ha fatto vivere le loro radici di carta – le Dichiarazioni dei Diritti, le Costituzioni – si ritira dallo spazio pubblico delle ragioni, nel chiuso esclusivo delle aule accademiche, o addirittura ripudia se stesso in esercizi di realismo politico e scetticismo pratico?

Questo pensava Immanuel Kant, uno dei grandi ispiratori delle radici di carta dell’Europa.

Lo sapevate che Kant ha fatto anche il rettore? Io no, l’ho imparato studiando per questa occasione. Mi è parso un bel viatico per il nuovo rettore di Bologna, per fargli gli auguri.

Il giorno dopo ho ricevuto la bellissima notizia. Grazie, Magnifico Rettore Ubertini. Da un Rettore illuministico a un Rettore illuminato, la fiaccola è passata. E sono orgogliosa di averla per un attimo fatta passare anch’io.

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