Un decalogo per far fallire la scuola – Prof. Maurizio Lazzarini

mercoledì, 20 Settembre, 2017
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Quasi a commento della recente autorizzazione a usare gli smartphone in classe, venuta dalla signora Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca , e con un garbato commento nei confronti dei pedagogisti di genio che hanno dichiarato inutili anzi dannosi i compiti a casa. Un grande grazie al Prof. Maurizio Lazzarini dalla nostra piccola comunità. Se tutti i Presidi fossero come lei, la trovata di marketing  “la buona scuola” stringerebbe il cuore un po’ meno di come fa ora.

 

Ai genitori, un decalogo… per far fallire l’anno scolastico dei loro figli (clicca qui per scaricare il decalogo)

 Agli studenti, un decalogo…per far fallire loro stessi (clicca qui per scaricare il decalogo)

 

Copia di salutogenitori16

Copia di saluto_del_DS_studenti_2017

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ricordiamo anche alcune recenti riflessioni sulla Scuola italiana, di Filippo Indovino e Bianca Bellini,  pubblicate qui sul Lab.

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2 commenti a Un decalogo per far fallire la scuola – Prof. Maurizio Lazzarini

  1. Fortunato Aprile
    mercoledì, 27 Settembre, 2017 at 12:58

    Le due lettere inviate dal Preside Lazzarini dello Scientifico “Fermi” di Bologna il 15 settembre scorso ai genitori degli studenti e agli studenti stessi, in occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico, avrebbero dovuto suscitare un dibattito che ci si aspettava acceso, per le questioni esplicite e implicite che il drammatico sarcasmo contenuto nelle due missive rivelava.

    Invece, un silenzio tombale. Anche se il numero dei visitatori può lasciar pensare ad una condivisione di massima del tono e dei contenuti ivi implicati.

    La gravità della questione sta nella solitudine che quella ironia sarcastica, ma dolente, denuncia: la solitudine del dirigente che è tale sia rispetto ai genitori, oltre che agli studenti, sia nei riguardi dei docenti.
    Anche se il Preside sembra voler tutelare i docenti, di fatto, la cosidetta riforma della “Buona scuola” li ha collocati d’ufficio su sponde diverse e opposte.

    In generale, la residua vocazione dei dirigenti ad essere leader culturali, come credo pienamente sia la vocazione del Prof. Lazzarini, è stata destituita dall’aver affibbiato a loro la veste di leader burocratici. Cioè di governatori, quasi assoluti, del territorio scolastico di competenza. Ma questa è pura illusione.

    La cosa nemmeno lontamente può farsi, purtroppo, perchè restando nel mezzo del guado tra gestione democratica abortita e gestione efficientistica, nelle intenzioni teoriche, lo sbocco non potrà che essere quello di navigare nel piccolo cabotaggio, dove si stemperano esistenze votate ad inutili conflitti.
    Occorerebbe un manuale intero per discutere le tante questioni, tutte legittime, che il Preside pone.
    Ma perchè non armarsi di una sorta di altenativismo costruttivo e vedere il bicchiere mezzo pieno, rispetto alla desolante condizione che le due missive rivelano, insieme al coraggio del suo autore?

    Un solo piccolo esempio: la questione dei compiti per casa. Ci sono almeno due dimensioni di problemi da considerare. Se tali compiti sono assegnati per la comprensibile necessità che l’esercizio crei o consolidi competenze, tali esercizi possono farsi in parte a casa, ma in parte anche a scuola, riducendo le quantità curricolari. Tale riduzione deve, beninteso, integrarsi con un curricolo elettivo, derivante da un preciso contratto formativo.

    Ed è in un tale rapporto che è possibile costruire intese tra docenti, studenti e genitori in cui si rende possibile regolare cose come l’uso del telefonino, infischiandosene anche delle posizioni del ministro sulla questione.

    Vorrei sommessamente ricordare che è vigente la normativa sull’Autonomia, che conferisce alle scuole tali possibilità. Inclusa la riduzione curricolare che è intesa come selezione qualitativa dei saperi. Perchè, come ho già altre volte detto, tutto non può essere (Atlan). E bisogna affidare alle scelte elettive, cioè alle preferenze culturali personali, guidate dai docenti, l’integrazione di curricoli.
    Si pensi, per un solo istante, a quale clima positivo si potrebbe creare in una scuola se tali curricoli elettivi, sempre guidati dai docenti, venissero fatti oggetto di comunicazione valutativa, anche in forma multimediale, aperta ai genitori. La materia dei sogni è la realtà.

  2. maria
    domenica, 4 Marzo, 2018 at 15:49

    Credo che il dibattito non sia nato perché è evidente che il discorso del preside sottende una totale sovrapposizione tra “qualità della didattica” e “disciplina”, a prescindere dai contenuti e dalla capacità effettiva dei docenti di trasmetterli rispettando gli studenti

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