Dalla più vecchia al più giovane: perplessità per aprire un dibattito

Ma che sventura. Ho scoperto ieri in un consiglio di facoltà di essere il “decano” della mia facoltà – cioè la più vecchia ancora in ruolo. Bene, la mia vita è stata splendidamente varia e interessante, nulla da obiettare. Ma che strano destino, fra molti privilegi, sembra delinearsi in questo crepuscolo della Repubblica per una vecchia prof. che – a parte le sue lezioni e i suoi libri – ha passato gli ultimi dieci anni a combattere il totalitarismo mentale – la sindrome della “mente prigioniera”, la chiamava il grande Czeslaw Milosz – che tutti ci minaccia, e che è socratica vocazione combattere. Che sventura che la più vecchia, finita una stagione di battaglie e nel mezzo di una speranza (nel nostro piccolo) di rinnovamento, almeno di questa piccola accademia dove il meglio della vita umana potrebbe fiorire negli studi e nella ricerca – debba imbattersi con sconcerto e incredulità in questa pagina scritta dal più giovane, bel virgulto di speranze (anche per il mondo umiliato e sofferente dei suoi coetanei, dei nostri ragazzi, in questa agonizzante Repubblica): http://eidoteca.net/2013/09/18/la-situazione-siriana-intervista-al-filosofo-diego-fusaro/ Per constatare che il totalitarismo mentale o la prigionia interiore cresce e si diffonde, più tenace che mai, affascinando probabilmente molti … Leggi tutto Dalla più vecchia al più giovane: perplessità per aprire un dibattito