Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce (di Maurizio Ferraris)

mercoledì, 25 Novembre, 2009
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Copertina del libro di Maurizio Ferraris: Documentalità (Laterza 2009)

Copertina del libro di Maurizio Ferraris: Documentalità (Laterza 2009)

Per gentile concessione dell’autore e della casa editrice, sono disponibili on line per essere scaricati due cospicui stralci dell’ultimo libro di Maurizio Ferraris: Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce (Laterza Editore, 2009).

«In questo libro parlo di oggetti sociali, cioè di cose come i soldi e le opere d’arte, i matrimoni, i divorzi e gli affidi congiunti, gli anni di galera e i mutui, il costo del petrolio e i codici fiscali, il Tribunale di Norimberga e l’Accademia delle scienze di Stoccolma, e poi ancora le crisi economiche, i progetti di ricerca, le lezioni, le lauree, gli studenti, i monsignori, le assunzioni, le elezioni, le rivoluzioni, i licenziamenti, i sindacati, i parlamenti, le società per azioni, i ristoranti, i giochi, gli avvocati, le guerre, le missioni umanitarie, le tasse, i weekend, i cavalieri medioevali e i cavalieri della Repubblica.

Ora, non c’è bisogno della filosofia per vedere che questi oggetti affollano il nostro mondo molto più dei sassi, degli alberi e delle noci di cocco, e che sono i più importanti per noi, visto che da loro dipende in buona parte la nostra felicità o infelicità. Eppure non sempre ci facciamo caso, e meno che mai ci chiediamo di che cosa siano fatti, per rendercene conto solo quando perdiamo il portafogli o il biglietto del treno, il passaporto o la carta di credito, e ci mettiamo a cercare, a pagare, a telefonare, a scrivere e-mail, a trovarci in fila in uffici di ogni tipo. Solo allora capiamo (ma nella fattispecie è troppo tardi) che gli oggetti sociali sono fatti di iscrizioni, su carta, su un qualche supporto magnetico, magari anche soltanto (per esempio, nelle promesse che ci facciamo a vicenda tutti i giorni) nella testa delle persone.

Ecco il motivo per cui ho intitolato questa teoria del mondo sociale «documentalità»: l’ontologia degli oggetti sociali è fatta di tracce, di registrazioni, di documenti, e si manifesta in quei pezzetti di carta che si accumulano nelle nostre tasche, in quegli altri pezzi di carta o di plastica che conserviamo più attentamente nel portafogli, e poi ancora nella massa di registrazioni che ingorgano i computer e gli archivi, i telefonini e le banche (…) »

(brano tratto dal libro).

Per gentile concessione di Maurizio Ferraris e della casa editrice, sono disponibili per il download in formato Word le Undici tesi conclusive del volume (pp. 358-362) e l’intera sezione 4 Icnologia di Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce (pp. 195-274). (Per altre informazioni, leggere la scheda del libro.)

Undici tesi, pp. 358-362

Icnologia, pp. 195-274

I due testi sono disponibili per essere scaricati anche in Media Library/E-book.

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