Questioni geopolitiche che ci riguardano. Il fenomeno della guerra di Gaza: spontaneo, accidentale o tattico?

giovedì, 6 Dicembre, 2012
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La domanda fondamentale, che ha interessato l’opinione pubblica internazionale fin dall’inizio della sanguinosa guerra di Gaza, è se essa sia solo un normale stato degli eventi e il sequel di tutte le altre guerre che sono già state combattute tra Palestinesi e Israeliani negli ultimi sessant’anni, o se sia iniziata sulla base di piano e di una tattica premeditati da una delle due parti in conflitto? Se è vera la seconda ipotesi, e questa guerra si verifica essere parte di gioco politico attuato da certi attori, allora chi ne beneficia e quale gruppo pagherà lo scotto delle conseguenze negative?

Per rispondere a questa domanda sarebbe necessario riflettere sulle posizioni prese da ogni attore politico, regionale e internazionale, che attualmente è coinvolto nel conflitto. In questo modo, una risposta relativa potrebbe essere data offrendo una chiara immagine di ciò che ogni parte coinvolta sta cercando. Diversamente dai passati conflitti, l’attuale guerra di Gaza si è sviluppata considerevolmente nei forum internazionali. Quasi una settimana dopo l’inizio della guerra [nel momento in cui scrive l’Autore, NdR], il conflitto sta gradualmente divenendo terreno di scontro e di differenze tra gli Stati regionali, da una parte, e gli attori occidentali, dall’altra.

Il primo segno di un nuovo schieramento politico circa l’attuale crisi di Gaza è emerso negli ultimi giorni, quando l’amministrazione Obama, malgrado le passate frizioni con Tel Aviv sul programma nucleare iraniano, ha apertamente supportato la distruttiva aggressione dell’esercito israeliano contro Gaza. D’altra parte, alcuni Stati regionali, inclusi Russia e Turchia, hanno sferzato quegli Stati che hanno incoraggiato Israele a fare ricorso alla violenza contro i palestinesi. La violenza esistente dimostra, senza alcuna ombra di dubbio, che l’attuale guerra, come la crisi in Siria, ha portato a un nuovo schieramento tra le forze politiche in Medio Oriente. Nella nuova situazione, i governi coinvolti nella crisi possono essere divisi in tre gruppi. (continua la lettura su www.geopolitica-rivista.org)

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