LETTERA APERTA ALLA MINISTRA DELL’ISTRUZIONE

domenica, 19 Aprile, 2020
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LETTERA APERTA ALLA MINISTRA DELL’ISTRUZIONE*

La diffusione su tutto il territorio nazionale del Covid-19 ha determinato un’emergenza che dalla sfera sanitaria e assistenziale si va estendendo ogni giorno che passa ad altri ambiti e che coinvolge, prima di tutto, la scuola.

Fin dal giorno successivo alla sospensione delle attività didattiche, gli Istituti di ogni ordine e grado hanno studiato dei deterrenti alla perdita totale del senso della comunità scolastica e all’inevitabile rarefazione delle relazioni fra i suoi membri. Inevitabilmente, l’unica forma (in parte) sostitutiva della quotidianità scolastica è apparsa la cosiddetta “didattica a distanza” e cioè il tentativo di esplorare modi alternativi di fare scuola attraverso dispositivi quali computer, tablet, smartphone.

Naturalmente, tali tentativi hanno determinato fin da subito una situazione fortemente disomogenea. Non di rado, hanno anzi offerto la stura al ripresentarsi di differenze e ineguaglianze sociali a seconda del retroterra socio-culturale degli studenti e delle loro famiglie, della zona geografica di ubicazione dell’Istituzione scolastica e, quindi, di appartenenza dei ragazzi, della disponibilità o meno di dispositivi informatici (per via delle precarie condizioni economiche, dell’inserimento in nuclei familiari numerosi dove altri fratelli e/o sorelle devono avere accesso agli stessi dispositivi o dove i genitori lavorano, a loro volta, in modalità smart working, dell’impossibilità di accedere a una connessione veloce). Non c’è stato tempo per una formazione, se non minima, di noi docenti che ci siamo trovati letteralmente a dover reinventare forme e modi della didattica, non solo per via della velocità con cui abbiamo dovuto prendere confidenza con piattaforme, app e software dedicati ma perché, fin da subito, ci si è posto il problema di offrire, attraverso i vari dispositivi, un’offerta formativa dignitosa e che, soprattutto, rispondesse al bisogno, espresso in maniera urgente ed emergenziale dai ragazzi, di mantenere un filo, tra di loro e con noi.

Fatta di necessità virtù, migliaia di colleghi hanno dato vita a gruppi informali e a un lavoro di rete spontaneo per condividere esperienze, materiali, modalità per conseguire un obiettivo funambolico: tutelare la salute dei ragazzi (e propria) evitando una sovraesposizione ai dispositivi informatici ma, al tempo stesso, continuare a riempire di significato le proprie relazioni, nel frattempo trasformatesi in relazioni virtuali,  e, in ultima analisi, la propria vita.

La comunità scolastica nazionale ha quindi, oggi, molte questioni da porre e altrettante proposte da fare, in primo luogo al Ministero:

  1. accolto senz’altro con favore l’impegno alla collaborazione con la Rai nella riattivazione e nel potenziamento di Raiscuola, in particolare, si chiede adesso un coinvolgimento dei docenti affinché la sinergia sia effettivamente efficace; in particolare, la richiesta è di tenere presente le linee programmatiche e i curricoli delle scuole di ogni ordine e grado in modo che l’offerta radiotelevisiva, strumento democratico per eccellenza perché tutti abbiamo in casa una radio e/o una televisione, non sia scollata dalla didattica mattutina ma possa costituirne utile sostegno e supporto.
  2. L’accordo con il servizio pubblico radiotelevisivo è certo un supporto utile (che dovrebbe valere ed essere esteso a TUTTE le discipline) ma in nessun modo sostitutivo dell’attività didattica che la scuola e i docenti non possono né intendono delegare in toto ad alcun’altra Istituzione o agenzia formativa. Semmai, esso risponde alla necessità di offrire materiali facilmente accessibili agli studenti e anche motivanti allo studio, necessità il cui adempimento richiede, comunque, anche l’attivazione di altri canali. Poiché la teledidattica non può mai essere mera riproduzione attraverso un qualsivoglia dispositivo della didattica in praesentia, la richiesta al Ministero è quella di rendere fruibili al più presto spazi, webinar, archivi e qualsiasi strumento utile per proporre materiali sui quali impostare la quotidianità didattica.
  3. Il cambiamento delle forme e dei modi della trasmissione della cultura, dell’educazione e della formazione richiede una riflessione organica sulle forme della valutazione. Se s’intende accreditare la teledidattica come (insieme di) modalità didattiche credibili (in nessun modo sostitutiva di quella d’aula ma almeno coadiuvante), allora non si può prescindere dalla questione della valutazione, sia in itinere che conclusiva del ciclo degli studi. Si potrebbe pensare, per esempio, a una valutazione dei percorsi svolti (a inizio settembre in praesentia o a fine anno) per capire se e come in questa esperienza i ragazzi siano cresciuti, cosa abbiano appreso, in che modo abbiano portato avanti il loro percorso di autonomia e che competenze abbiano sviluppato. (Questa necessità, comune alle scuole di ogni ordine e grado, implica un’elaborazione sistematica che a maggior ragione dovrebbe ripensare e adattare forme e modi della didattica negli Istituti a indirizzo più marcatamente laboratoriale). Lo scopo sarebbe quello di riconoscere valore all’impegno e, per l’appunto, al percorso da loro svolto. Su questo punto, molte sono le esperienze che i docenti stanno sviluppando e mettendo a punto e un loro coinvolgimento in questo senso potrebbe evitare sanatorie che non sono solo i docenti a rifiutare ma, in prima fila, gli studenti.

 

Mai come in questa sfortunata contingenza è risultato manifesto come la scuola sia un bisogno stratificato e a più livelli: relazionale, sociale, educativo, culturale. Potremo dire di essere usciti dall’emergenza solo se e quando avremo dato una risposta credibile a tale bisogno tutti insieme, docenti, genitori e famiglie, studenti e Istituzioni preposte alle politiche scolastiche.  

 

* Per aderire a queste proposte basta inserire in un commento il proprio nome e scuola in cui si insegna. Commenti critici e costruttivi benvenuti.

 

Primi Firmatari

Antonella Astolfi (insegnante di filosofia e di scienze umane presso il Liceo “G. Marconi” di Pescara)

Roberta De Monticelli (Professore ordinario di Filosofia della Persona presso Università Vita-Salute San Raffaele)

Carla Poncina (Presidente dell’Istituto storico della Resistenza,  Vicenza, ex Docente di Storia e Filosofia al Liceo Pigafetta, Vicenza)

Francesca Forlè (Università Vita-Salute San Raffaele)

Centro PERSONA (Università Vita-Salute San Raffaele)

 

 

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15 commenti a LETTERA APERTA ALLA MINISTRA DELL’ISTRUZIONE

  1. Emanuele Cozzi
    domenica, 19 Aprile, 2020 at 16:42

    Emanuele Cozzi (ex studente e prossimo insegnante)

  2. Filippo Indovino
    domenica, 19 Aprile, 2020 at 16:46

    Sono completamente d’ accordo, anche se penso che la didattica a distanza possa essere usata come strumento di supporto all’ora di lezione , per citare il titolo di un bel libro di Massimo Recalcati. In nessun caso essa può diventare un fine. Temo invece che ciò che è accaduto in una situazione d’emergenza venga usato da chi , anche fra gli insegnanti,esalta scioccamente , all’insegna di un tecnicismo deteriore, le virtù miracolose delle nuove tecnologie.

  3. Paola Mancinelli
    domenica, 19 Aprile, 2020 at 18:16

    Condivido queste riflessioni.Non si può pensare ad una didattica che sia ridotta a,strumento,specie se si insegna filosofia.La questione e della valutazione che implichi l’attestazione di una,crescita può essere un’idea

  4. Settimio Astolfi
    domenica, 19 Aprile, 2020 at 19:39

    Settimio Astolfi, Responsabile USP in pensione.

  5. Federico Costa
    domenica, 19 Aprile, 2020 at 19:49

    Condivido.

  6. Franca D'Angelo
    lunedì, 20 Aprile, 2020 at 08:22

    Condivido

  7. Barbara Malvestiti
    lunedì, 20 Aprile, 2020 at 13:47

    Condivido

  8. Francesca Morotti
    lunedì, 20 Aprile, 2020 at 14:10

    Condivido

  9. Michela Maranta
    lunedì, 20 Aprile, 2020 at 14:35

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  10. Loredana Prussiani
    lunedì, 20 Aprile, 2020 at 15:12

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  11. Alessandra Dall'Olio
    lunedì, 20 Aprile, 2020 at 19:13

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  12. Michelina Di Giovanni Insegnante del Liceo Marconi di Pescara
    lunedì, 20 Aprile, 2020 at 22:12

    Condivido. Aggiungo che tutto ciò potrebbe rappresentare l’occasione per iniziare una rivisitazione di tutto il sistema educativo

  13. Adriana Pavone
    martedì, 21 Aprile, 2020 at 16:17

    Condivido pienamente

  14. Gabriella Debetto
    martedì, 21 Aprile, 2020 at 21:44

    Condivido

  15. Giulia Cosio
    lunedì, 4 Maggio, 2020 at 10:13

    Condivido.

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