Per un’Italia europea. Webinar su Considerazioni federaliste su Next Generation EU e l’Italia

mercoledì, 17 Febbraio, 2021
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’invito del Gruppo di Lavoro del Movimento Federalista Europeo, aggiungendo – dato che sarà tema di discussione nell’incontro Webinar proposto, un link al testo del  Discorso Programmatico al Senato tenuto oggi al Senato dal Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. 

https://www.quotidiano.net/politica/discorso-draghi-integrale-1.6034651?fbclid=IwAR27zGJ6eP2vh4eEbNNSaEP5bK2z2iwQMaVnGKpIo5xEZYaB6qO3eeZJGCk

Buongiorno,

Il nuovo governo Draghi sarà posto di fronte alla stringente necessità di affrontare l’attuazione del piano italiano per NextGen EU con una più chiara indicazione degli obiettivi ed una maggiore determinazione di azione per loro conseguimento.

È auspicabile che si apra un grande dibattito nel Paese su Next Generation EU e l’Italia.

GIOVEDI 18 febbraio – ore 21.00 – si terrà una discussione sul documento
Considerazioni federaliste su Next Generation EU e l’Italia
Webinar https://us02web.zoom.us/j/89797357972
ID riunione: 897 9735 7972

A cura del Gruppo di lavoro “Next GenEU per un’Italia europea”:

Mario Leone, Antonio Longo (coordinatore),
Alberto Majocchi, Alfonso Sabatino, Michele Sabatino

In allegato il documento del GdL che verrà discusso. L’intento di questa iniziativa è quello di sviluppare un dibattito su questo documento-bozza del GdL, per poi giungere ad una stesura definitiva, da trasmettere ad istituzioni politiche, economiche, sociali e culturali, nazionali ed europee. L’incontro è aperto a tutti gli interessati, singoli o esponenti di strutture associative.

Cordiali saluti

Antonio Longo – Editor of The Ventotene Lighthouse – www.theventotenelighthouse.eu
Mario Leone – Direttore dell’Istituto di Studi Federalisti “Altiero Spinelli” – http://www.istitutospinelli.org/
Alberto Majocchi – Professore emerito di Scienza delle Finanze – Univ. Pavia – Vice Presidente del Centro Studi sul Federalismo http://www.csfederalismo.it/it/
Alfonso Sabatino – Dirigente aziendale – Membro del Comitato Federale del MFE
Michele Sabatino – Docente di Politica economica – Università Kore di Enna – Membro del Comitato Federale del MFE

Premessa

Il Recovery Plan for Europe rappresenta una svolta decisiva nel processo di unificazione europea, paragonabile, per le sue conseguenze, presenti e potenziali, all’introduzione della moneta unica.

La pandemia ha messo in ginocchio l’economia europea e mondiale, con gravi rischi per il funzionamento dell’Unione. Essa si è manifestata pochi mesi dopo che l’Unione aveva appena progettato il piano per un European Gre en Deal (dicembre 2019) al fine di progettare la transizione verso una carbon neutrality entro il 2050.

Nel giro di pochissimo tempo, come avviene per le svolte importanti, le istituzioni europee hanno fatto scelte radicali: la proposta di un massiccio piano di investimenti improntato appunto al Green Deal, finanziato con l’emissione di un debito comune, garantito da un bilancio europeo rafforzato anche dalla prospettiva di future tasse europee (nuove risorse proprie).

Questo “salto” è stato possibile sul la base della riproposizione della logica di funzionamento dell’ UE : si può andare avanti verso una ever closer Union se tutti condividono l’obiettivo da raggiungere (repair and resilience verso la transizione energetica, la rivoluzione digitale e la coesione sociale) e ne condividono anche gli strumenti: solidarietà (debito comune per gli investimenti futuri) e controllo comune sulle risorse (ad opera della Commissione).

La solidarietà si è manifestata soprattutto assegnando al Paese più debole (tra i grandi) la maggiore quantità di risorse (209 miliardi). Queste risorse non sono gratis, ovviamente : non lo sono i loans , i prestiti che un Paese può chiedere e che dovranno essere rimborsati; ma nemmeno i grants lo sono, perché le sovvenzioni saranno a carico del bilancio europeo, quindi dei cittadini europei nel loro complesso. Prestiti e sovvenzioni saranno soggetti a condizionalità varie: nel giudizio di conformità, da parte della Commissione, dei progetti nazionali rispetto ai requisiti previsti per gli investimenti NEXT GEN EU; nel controllo della Commissione sul processo esecutivo dei progetti, secondo la procedura del “semestre europeo” (quello previsto per il controllo dei conti pubblici nazionali); nell’erogazione delle varie tranches di prestiti e sovvenzioni in base allo stato di avanzamento del progetto; nei rilievi che uno Stato può avanzare, in sede di Consiglio europeo, nei confronti del piano di un altro Paese.

Gli investimenti europei sono stati chiamati dalla Commissione NEXT GENERATION EU non a caso. Significa che sono per le generazioni future, non solo per lasciare una società e un’economia più sostenibile e resiliente, ma per generare quel valore economico capace di pagare il debito che si determinerà in questi anni.

Infine, gli investimenti NEXT GEN EU sono indirizzati al sostegno dell’economia, bensì alla sua trasformazione, nel segno della sostenibilità ambientale e sociale.

Siamo dunque in presenza del tentativo di pensare e progettare un diverso modello di sviluppo.

È dunque interesse della presente generazione dei giovani impegnarsi perché gli investimenti siano ben indirizzati e possano realmente centrare gli obiettivi dello European Green Deal.

(…)

(scarica Considerazioni federaliste su NEXTGEN e Italia)

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