L’indulgenza verso Erdogan rivela l’ipocrisia dell’occidente – di Piero Ignazi

venerdì, 1 Luglio, 2022
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Non c’è una parola di questo articolo di Piero Ignazi che non sappia di pura verità. Dunque interessa anche i filosofi. Lo riprendiamo volentieri. E’ uscito su Domani, 1 luglio 2022. Scarica qui il pdf.

Curdi al macello per compiacere il “dittatore” Erdogan? Il presidente della Turchia venne definito tale per non aver assegnato la poltrona al suo fianco alla presidente dalla commissione Ue Ursula von derLeyen in occasione di un meeting a Istanbul. Mentre su questo sfregio al galateo diplomatico si sonospese milioni di parole indignate, non si trova un rigo sui dieci anni comminati ad una oppositricecome Canan Kaftancioglu, sul carcere a vita all’attivista per i diritti civili Osman Kavala, difensore diGezi Park dalla speculazione edilizia, sulle decine di giornalisti incarcerati tanto che nella classifica diReporters sans frontières del 2020 la Turchia era valutata più repressiva della Russia, classificaterispettivamente al 149° e al 154° posto.
La Turchia di Ergodan continua a essere un paese fuori categoria tra i membri Nato non solo per sua politica interna autoritaria quanto per la sua politica estera: è l’unico paese che, pur essendo parte diuna alleanza militare come la Nato, acquista armamenti dal nemico russo, i missili antiaereo S-400.Senza che questo provochi alcuna sanzione (Se l’avesse fatto il governo Conte cosa sarebbesuccesso?). La Turchia ha anche spadroneggiato nel Mediterraneo: la sua marina ha fatto sloggiareda acque internazionali le navi dell’Eni che erano alla ricerca di giacimenti di idrocarburi. La Francia gli ha poi fatto capire le ragioni della forza. Poi, in Libia continua a fare una partita a sé,indipendentemente da qualsiasi intesa con gli alleati atlantici.
Di fronte a un regime di tal fatta, amareggia e sconcerta che un paese di grande tradizione liberale come la Svezia pur di accedere alla Nato abbia chinato la testa e accettato le pretese di Erdogan diavere per le sue carceri dei militanti del partito curdo Pkk, rifugiati nel paese scandinavo (e lo stessovale per la Finlandia). La stessa Svezia si è dichiarata favorevole ad eliminare l’embargo delle armialla Turchia senza che fossero venute meno le ragioni della precedente decisione. Il ché significa,implicitamente, il via libero dell’Occidente libero e democratico ad una ulteriore invasione del Kurdistan siriano. Evidentemente alcuni paesi possono invadere, e altri essere invasi, con il nostroplauso. Seguendo questo doppio binario, non si può pretendere di innalzare l’Occidente e la Nato abaluardo della civiltà. Meglio abbassare i toni. C’è un vasto mondo al di là del G7 che ci guardaperplessi e non è più disposto ad accettare la supremazia dei nostri valori, tanto più se li sventoliamosolo a giorni alterni, in base alla nostra convenienza. Non si può essere leader morali del mondo conqueste ambiguità ( e molti aspettano ancora un mea culpa sull’invasione dell’Iraq e su Guantanamo).
© Riproduzione riservata
Piero Ignazi
politologo

 

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