Sul farsi persona. Sguardo fenomenologico ed enigma della formazione nell’ultimo libro di Daniele Bruzzone (di Carlo Conni)

sabato, 10 Agosto, 2013
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Questo recente testo di Daniele Bruzzone, Farsi persona. Lo sguardo fenomenologico e l’enigma della formazione, Franco Angeli, Milano, 2012, pp. 136, filosofo di formazione e docente di Pedagogia generale all’Università Cattolica (sede di Piacenza), possiede alcuni pregi fondamentali che lo rendono realmente uno strumento utilissimo, un manuale conciso e chiaro, e documentatissimo sul piano bibliografico, per studenti e per tutti coloro che intendono avvicinarsi alla fenomenologia e alla filosofia dell’educazione entrando fin dall’inizio proprio in quei temi che rendono oggi così attuale l’approccio fenomenologico. Il fare educazione e il fare formazione vengono affrontati in questo libro cercando di individuare un fondamento unitario al discorso pedagogico nella fenomenologia come sapere epistemologico e come metodologia imprescindibili e preliminari ad ogni pedagogia applicata. Seguendo fin dalle prime pagine le linee fondamentali del pensiero di Stein, Scheler, e risalendo poi a Husserl, Heidegger, fino alla psicopatologia fenomenologica di Jaspers e Binswanger e alla psicoterapia esistenziale di Frankl, e disaminando gli apporti della pedagogia fenomenologica da Piero Bertolini fino ai più recenti, l’azione educativa, secondo Bruzzone, deve presupporre necessariamente un’idea di chi si sta educando e perché: ogni azione educativa tesa a formare l’essere umano deve essere accompagnata da una determinata concezione dell’uomo. È dunque la persona nel suo farsi nel tempo che si trova al centro del progetto educativo e formativo, nel suo proiettarsi oltre il presente, nel suo costituirsi. Essere persona non è una prerogativa certa e incontestabile ma piuttosto un compito a cui si lavora (fallibilmente) per tutta la vita. Il compito della fenomenologia in campo pedagogico sarà quindi non tanto quello di stabilire che cosa sia una persona ma come diventi tale.

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