Un disperato cantico delle creature

mercoledì, 30 Luglio, 2025
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GRAZIE, anche a nome degli altri estensori,  a tutti coloro che hanno condiviso la nostra lettera-appello al papa, perché vada di persona a

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "your Voice Could... save Gaza. Don't be silent Swasthika SwasthikaArulingam Arulingam"Gaza.  Potrebbero davvero respingerlo? Ma se anche lo facessero, il suo gesto solleverebbe un’immensa speranza fra tutte le genti, e porrebbe le basi di un risveglio globale. Si farebbe testimone di pace e  guida di moltitudini, che i governi del mondo non ascoltano, che i loro parlamenti non rappresentano. Dunque grazie a chi  ha condiviso l’appello e a chi continuerà a farlo. Non sarà stato vano. Il linguaggio del papa si è fatto sentire più forte e più incisivo, in questi giorni

Come vani non sono i mille tentativi che facciamo, dal basso, di rompere la cortina di complicità e di silenzio sul genocidio che non si ferma. Parla di questi l’articolo qui riprodotto, apparso sul Manifesto del 29 luglio col titolo Gaza, le campane rompono il silenzio del governo. E particolarmente della serata che ha visto tutt’Italia scampanare all’unisono, domenica 27 luglio alle 22, come “un disperato cantico delle creature” che si levava nel cielo d’estate. 

Sessantadue morti, batteva l’Ansa domenica sera. E fra loro, 34 in fila per il pane.
Nonostante la “tregua”. Su un muro crollato c’è una scritta: Your voice could save Gaza.
Don’t be silent. Chissà dov’è, l’ha postata Rula Jebreal. Il muro somiglia a qualunque altro
muro, la scritta mi ricorda quella che lessi su un muro di Beit Sahour, vicino a Betlemme:
Una mezza verità è la più vile delle menzogne. Ma il muro di Jebreal, forse a Gaza, mostra
cosa è cambiato da quando vidi quello di Beit Sahour, alcuni mesi prima del 7 ottobre 2023.
Perfino una mezza verità morale – che si debba riconoscere lo stato di Palestina – diventa
infinitamente meglio del silenzio, oggi.

O delle arrampicate sul vetro che presidente del Consiglio e ministro degli esteri italiani
affrontano perché l’Italia continui a tacere, e non si associ all’intenzione dichiarata di
Macron (per la verità dichiarata troppe volte prima d’ora) di riconoscere lo stato di
Palestina. Perfino affermare la volontà di un impossibile stato senza terra per i due milioni e
mezzo di palestinesi in Cisgiordania, per i sopravvissuti tra i due milioni di Gaza, per gli altri
sei milioni nella diaspora, è meglio che dire che non è “ancora” tempo.
Qualcuno spieghi a Tajani che non solo l’Autorità nazionale palestinese ha riconosciuto lo
stato ebraico di Israele, ai tempi degli accordi di Oslo, avendoli presi sul serio, compreso
l’impegno mai confermato di Israele a porre fine agli insediamenti in Cisgiordania, che
invece esplosero proprio a partire da quegli accordi, nei primi anni ’90. Anche Hamas nello
statuto del 2017 accetta come territorio dello stato di Palestina i Territori occupati nel 1967,
dunque riconosce il dettato dell’Onu, il che – implicitamente, è vero – significa accettare
che Israele esiste.

Ecco: che cosa deve succedere perché il governo italiano ascolti la voce che sale da tutto il
paese e agisca, rompendo l’accordo di associazione con Israele, cessando di contribuire ad
armarlo, riconoscendo le pronunce della Corte internazionale di giustizia sul genocidio in
atto e della Corte penale internazionale sulla responsabilità personale di Netanyahu e altri
nei crimini di guerra in atto? La stampa e i media ormai sono inondati di immagini e
testimonianze, ora che perfino i medici delle ong internazionali a Gaza soffrono la fame e lo
denunciano.

Il papa, quasi rispondendo alla preghiera di molti che gli chiedevano di andare di persona a
Gaza e farsi guida di una missione di pace, ha definito «barbarie» quello che l’esercito
israeliano sta facendo e l’arcivescovo di Siena, Cardinale Lojudice, parla del male più
sfrenato e senza logica, che grida vendetta a Dio, e denuncia i «mercanti di morte». Le
lettere alle autorità italiane perché protestino contro il sequestro dei pacifisti del vascello
Handala e operino con l’Ue e l’Onu per un vero cessate il fuoco inondano le caselle di posta
della Farnesina e dell’ambasciata italiana a Tel Aviv.

Le più svariate iniziative pullulano dal basso perché la voce dei più si senta, ultima quella lanciata da Raniero La Valle, Tomaso Montanari, Pax Christi e altri: eleggere domicilio a
Gaza, ai sensi del nostro ordinamento che prevede la distinzione fra residenza e domicilio. E
moltissimi lo stanno facendo, e inondano l’indirizzo email a cui lo si può comunicare:
domiciliatiagaza@primaloro.com.

Un’altra cosa impossibile: ma migliore che star zitti, perché è come preferire rompersi la
testa contro l’abissale irrazionalità del male piuttosto che abituarcisi.
Concludo con una piccola testimonianza e un grande grazie. A chi ha lanciato l’iniziativa per
cui domenica 27 luglio, alle 22, le campane e le sirene di centinaia di comuni lungo tutto
l’arco dorsale della penisola hanno «fatto chiasso», come già aveva chiesto papa
Francesco, contro la silenziosa complicità con lo sterminio. E a chi l’ha accolta. I nostri
sindaci. Come Alessandro Giari, il sindaco di un piccolo paese sulle colline pisane, che ne ha
convinti altri 12: tutta la Val di Cecina scampanava all’unisono.
Come se dalla Sicilia a Parma passando per Assisi avessimo levato al cielo d’estate un
fragoroso, disperato, liberatorio cantico delle creature. A Castellina Marittima, alta su una
terrazza mediterranea, erano i versi da Alda Marini, cantati un tempo da Milva, a fargli
un’eco stralunata, con la voce e il pianoforte di un «Omaggio alle cantanti italiane»: Sono
nata il 21 a primavera/ma non sapevo che nascere folle/aprire le zolle/potesse scatenar
tempesta…

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10 commenti a Un disperato cantico delle creature

  1. Miranda Alberti
    mercoledì, 30 Luglio, 2025 at 00:58

    Grazie Roberta per saper esprimere in parole di peso tutto il dolore e la rabbia che mi ammutolisce.
    Soffro perché mi sento incapace di concepire speranza e mi sento colpevole di questa paralisi che avrebbe solo bisogno di urlare.

  2. angela bello
    mercoledì, 30 Luglio, 2025 at 05:16

    Grazie! Condivido e mi unisco!

  3. angela bello
    mercoledì, 30 Luglio, 2025 at 05:18

    Grazie! Condivido e mi unisco all’appello

  4. Carla Poncina
    mercoledì, 30 Luglio, 2025 at 06:09

    Grazie, l’infinità sofferenza di Gaza abbia finalmente termine

  5. mercoledì, 30 Luglio, 2025 at 08:41

    grazie.

  6. mercoledì, 30 Luglio, 2025 at 09:20

    Grazie, condivido e mi unisco all’appello.

  7. fabrizia Baldissera
    mercoledì, 30 Luglio, 2025 at 15:34

    Grazie cara Roberta, sempre d’accordo con te

  8. fabrizia Baldissera
    mercoledì, 30 Luglio, 2025 at 15:35

    Bellissimo! Cantico per Gaza

  9. Rossella Pozzetti
    venerdì, 1 Agosto, 2025 at 09:07

    Grazie!

  10. Candida Pugliese
    sabato, 2 Agosto, 2025 at 10:47

    Condivido e mi unisco all’appello
    Grazie

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